Le fasi di crescita e sviluppo cognitivo del bambino nei primi anni di vita sono caratterizzate da cambiamenti radicali per quel che concerne la sua consapevolezza dell’ambiente circostante e un maggiore grado di autonomia che si realizza nella capacità di comprendere e mettere in atto tutte quelle azioni che rendono nostro figlio via via sempre più indipendente e autosufficiente. In questo contesto, assume un ruolo fondamentale la routine, elemento di rilievo per il raggiungimento di obiettivi formativi e per il completamento dello sviluppo psicologico e relazionale.
Non è un caso, infatti, che questo fattore sia uno dei capisaldi del percorso pedagogico riservato ai più piccoli.
Cosa si intende per routine e come metterla in atto
Come suggerisce il termine, per routine si intende quella serie di attività ripetitive da far svolgere al proprio figlio durante tutto l’arco della giornata, sia per quanto riguarda ciò che accade all’interno delle mura domestiche, sia per la frequentazione di altri luoghi, primi fra tutti l’asilo nido e la scuola dell’infanzia.
Attraverso un’organizzazione della quotidianità con ritmi scanditi da quelli che possiamo definire dei “rituali”, è possibile creare una sequenza più o meno stabile di azioni con cui il bambino può assimilare gradualmente alcuni aspetti e comportamenti da tenere, riuscendo a dare un “ordine” all’interno della sua giornata, migliorando la comprensione e l’orientamento rispetto a ciò che lo circonda, aumentando la consapevolezza per quel che attiene al concetto di causa-effetto, allo scorrere del tempo e al susseguirsi di alcuni momenti prioritari.
E mentre all’interno dell’asilo nido la routine è entrata a far parte stabilmente nell’organizzazione della giornata dei bambini, durante la quale gli educatori ogni giorno ripetono puntualmente alcune attività in orari determinati, a casa non sempre è possibile seguire un’organizzazione stabile; spesso infatti i genitori sono impegnati nelle loro attività e allo stesso tempo devono far fronte alle esigenze dei propri figli, generando spesso confusione nella percezione di quest’ultimi, proprio per la mancanza di prevedibilità delle aziono e dei suoi benefici ad essa collegati.
Per questo, è consigliabile individuare alcuni momenti in orari prefissati durante i quali far svolgere le attività principali al bambino, in modo che egli possa col passare del tempo interiorizzarli e renderli “automatici” senza la necessità di opere di convincimento, evitando eventuali capricci o prese di posizioni avverse. Tra questi, i più importanti possono essere il momento dedicato ai pasti principali, quello per il sonnellino pomeridiano e per il sonno notturno e quello collegato alla vestizione. A questa attività è possibile aggiungere altri rituali riconducibili soprattutto all’igiene personale, allo svago e al riordino dei propri giochi e della propria stanzetta.
Pur basandosi sulla ripetizione, la routine non deve seguire uno schema troppo rigido e non può essere trasferita in egual misura da bambino a bambino, così come da famiglia a famiglia. In questo senso, è infatti importante comprendere pienamente i bisogni del proprio figlio, i suoi tempi, le sue competenze in base alla fase di sviluppo e il grado di interiorizzazione di queste azioni ripetitive. Non esiste quindi una soluzione univoca, ma va tarata a seconda del singolo caso senza creare eccessivo stress; possono così diventare “normalità” ed essere portati avanti autonomamente dal piccolo. Diversamente, troppi impegni e richieste eccessive comporterebbero un’assimilazione negativa di questi concetti che verrebbero avvertiti in modo autoritario e non metabolizzati naturalmente
I benefici della routine
Come accennato, creare una routine, al nido come a casa, comporta una serie di benefici per il bambino sia a livello cognitivo che per quanto riguarda il suo grado di autonomia, ai quali si aggiungono anche quelli collegati al rapporto genitore-figlio.
Nello specifico, attraverso la ripetizione costante di alcune azioni giornaliere, il bambino vive la quotidianità in modo più sereno, confortato da certezze e sicurezze spazio-temporali che derivano dalla possibilità di prevedere lo svolgersi di determinate attività. In questo modo, nostro figlio potrà apprendere pienamente ed attivamente lo scorrere del tempo, cadenzato da quei famosi rituali precedentemente citati.
Anche l’indipendenza è un elemento strettamente collegato alla routine. Ponendo, infatti, dei punti di riferimento fermi e stabili durante la giornata, il bambino assume un maggior grado di autonomia senza la necessità di un intervento del genitore affinché ponga in essere determinate azioni. Ad esempio, se abbiamo abituato nostro figlio a lavarsi i denti dopo i pasti, quest’ultimo imparerà ad occuparsi autonomamente della propria igiene orale una volta finito di mangiare. Il bambino impara quindi a prevedere ragionevolmente gli avvenimenti futuri, consolidando la sua posizione all’interno di un ambiente che resta comunque non del tutto compreso e quindi potenzialmente collegato a preoccupazione e ansia.
Altro beneficio tangibile è relativo alla capacità che avrà il bambino di replicare la sua routine anche in ambienti nuovi, rendendola una sorta di “ancora di salvezza” in realtà sconosciute e possibili fonti di stress.
Infine, il miglioramento del rapporto tra il genitore e il figlio: con la routine si riducono i “conflitti” con le mamme e i papà che non sono più costretti a dover forzare il bambino nello svolgere alcune azioni, limitando i capricci al minimo, con quest’ultimo che sarà meno propenso a porre in essere atteggiamenti avversi.
In conclusione, la routine risulta fondamentale per semplificare la gestione della crescita del proprio figlio, ma è necessario mantenere sempre un alto grado di flessibilità, così da non ostacolare la sua libertà e creatività, fattori essenziali per lo sviluppo psicologico, comportamentale e per la realizzazione di una propria identità.