Dopo i primissimi mesi di vita, il bambino, dapprima completamente non autosufficiente, comincia gradualmente ad interagire con l’ambiente esterno, muovendosi in giro per la casa, toccando e prendendo praticamente tutto ciò che gli capita a portata di mano. In questa fase il bambino può incautamente ingerire o inalare qualcosa che rischia seriamente di ostruirgli le vie respiratorie, portando a soffocamento o, nei casi più gravi, anche alla morte.
Per questo motivo, è fondamentale che i genitori non solo monitorino attentamente ogni azione messa in atto dal bambino, specie quando è impegnato nel gioco o mentre sta mangiando, ma che scelgano consapevolmente di imparare con quali manovre intervenire per scongiurare il peggio.
Le situazioni e gli oggetti/cibi più pericolosi
Come dicevamo, a partire dai 3 mesi e fino ai 4 anni di età (quindi compresa anche la fase dei Terrible Twos), ma anche dopo, il bambino pur avendo appreso dai genitori le prime nozioni sulla pericolosità di talune azioni, mantiene ancora un grado di incoscienza che potrebbe portarlo a ingerire alcuni oggetti di piccole dimensioni o alimenti che sono difficilmente masticabili o che, per la loro consistenza, possono causare un’ostruzione delle vie aeree superiori anche in considerazione delle caratteristiche stesse del bambino, che ha una dentizione non completa per masticare adeguatamente, una frequenza respiratoria elevata e un diametro ridotto della gola.
Gli oggetti più pericolosi, oltre ovviamente a quelli di grandezza ridotta, sono quelli smontabili in più pezzi. Il bambino, infatti, nella prima fase della crescita, usa anche la bocca per testare le “novità” che lo circondano. Un giocattolo composto da molteplici piccoli pezzi potrebbe scomporsi e diventare causa di ostruzione parziale o completa delle vie aeree. Allo stesso modo, piccoli soprammobili, monete e bottoni possono essere altrettanto rischiosi. A questi si aggiungono poi tappi delle penne, pastelli, palline, pile e in generale, tutte quelle cose che attirano l’attenzione del piccolo.
Consigli per evitare che il bambino ingerisca oggetti
Quindi, è sempre prudente non mettere nella disponibilità del bambino tali oggetti, ma disporli su superfici alte o da lui irraggiungibili. Durante i momenti di gioco è opportuno che non siano lasciati soli e, ancor meglio, fornirgli unicamente giochi che siano certificati per la sicurezza dei più piccoli, realizzati appositamente per evitare qualsiasi criticità. In questo senso, oltre agli oggetti, bisogna stare molto attenti anche alle paste gioco modellabili, che per consistenza e colori invogliano il bambino a “provarle”, divenendo anch’esse a rischio ingestione, e per tale motivo, devono essere prodotte seguendo le linee guida di prevenzione con materiali che, nel peggiore dei casi, non rechino danni al sistema digerente dei nostri figli.
Per quanto riguarda gli alimenti, quando i bambini cominciano ad assaggiare i primi cibi solidi, possono strozzarsi a causa come sempre delle dimensioni esagerate o troppo piccole del boccone o per la consistenza di alcune pietanze in particolare. Tra queste, oltre ai semi e alla frutta secca, bisogna prestare attenzione a quelle sostanze appiccicose e fibrose, come le caramelle, le creme spalmabili e il prosciutto crudo, ma anche quelle che hanno la buccia, come alcuni tipi di frutta o verdura, l’uva in primis, così come i pomodorini, la mela, la carne, e quelli tondi e scivolosi come le olive o le ciliegie, o cilindrici (carote, wurstel, etc.).
A questi si aggiungono infine quelli duri, come il pane o i finocchi. Per minimizzare il rischio, quindi, gli adulti devono provvedere a spezzettare correttamente il cibo e supervisionare attentamente i propri figli, assicurandosi che facciano bocconi di medie dimensioni e invitandoli a masticare a lungo e lentamente prima di deglutire.
Cosa fare e non fare in caso di ostruzione delle vie aeree del bambino
Malgrado tutte le attenzioni, non è raro che un bambino possa strozzarsi per aver ingerito qualcosa che non doveva, o aver mandato giù un boccone troppo grande o troppo piccolo. In questi casi, la prima cosa da fare, sebbene possa sembrare impossibile da attuare, è quella di mantenere assoluta calma, così da non agitare ulteriormente proprio figlio, peggiorando la situazione. Prima di intervenire, è bene però conoscere le due diverse tipologie di ostruzione così da poter agire nel modo più corretto.
- Se il bambino è in grado di tossire, piangendo e lamentarsi, siamo in presenza di una ostruzione parziale nella quale l’oggetto o l’alimento è in una posizione che consente ancora la respirazione.
- Diversamente, l’ostruzione totale si presenta con l’impossibilità assoluta di respirare, tossire o piangere, e la pelle assume un colore pallido e cianotico (bluastro/violaceo). E’ ovviamente l’evenienza più grave in quanto la mancanza di ossigeno nel sangue può portare all’arresto cardiaco.
Una volta individuata la tipologia di ostruzione sulla base dei sintomi citati possiamo attivarci per risolvere il problema, attraverso manovre di disostruzione pediatrica. Soprattutto quando siamo in presenza di ostruzione totale, la prima operazione da compiere (chiedendo ad un altro adulto di occuparsene mentre noi iniziamo le manovre) è chiamare il 112 ed attivare subito i soccorsi.
Se siamo in presenza di ostruzione parziale dobbiamo incoraggiare il bambino a continuare a tossire in modo più vigoroso così che l’oggetto estraneo possa essere espulso in autonomia. In questo caso non bisogna utilizzare le manovre di disostruzione perché potrebbero cambiare la posizione dell’oggetto e portare al soffocamento totale; in nessun caro dare delle pacche alla schiena o mettere le mani all’interno della bocca per cercare di estrarre il corpo estraneo.
Casi di ostruzione totale, le manovre da eseguire
Fino a un anno di età bisogna effettuare cinque pacche interscapolari (mettendo nostro figlio a pancia in giù, appoggiato alle nostre braccia o cosce, con la testa non allineata con il tronco) alternate alle compressioni toraciche (con il bambino in posizione supina, a pancia in su, utilizzare due dita all’altezza dello sterno ogni 3 secondi per 5 volte, replicando di fatto la rianimazione cardiopolmonare) Le due manovre devono alternarsi fino alla completa risoluzione del problema.
Dopo un anno di età, sostanzialmente dobbiamo attivarci con le stesse manovre pediatriche della fascia di età appena esplicitata ma con una differenza: le compressioni toraciche non devono più essere praticate con due dita ma attraverso la famosa manovra di Heimlich, utilizzata anche per gli adulti. Dobbiamo posizionarci alle spalle del bambino e stringere con entrambe le braccia la sua vita, con le mani una sopra l’altra, nel punto compreso tra la parte bassa dello sterno e l’ombelico. Le compressioni dell’addome devono essere decise, direzionate verso di noi e dal basso verso l’altro. In questo modo realizziamo una sorta di respiro artificiale, causando una tosse indotta che può portare all’espulsione dell’oggetto o del cibo che ostruisce le vie aeree.
In entrambe le situazioni, non dobbiamo scuotere il bambino, cercare di farlo vomitare o, peggio provare ad estrarre l’oggetto per evitare che possa passare definitivamente nelle vie aeree inferiori, circostanza molto grave. Qualora al soffocamento seguisse anche l’incoscienza, dobbiamo effettuare la rianimazione polmonare, comunemente conosciuta con il termine “bocca a bocca”, insieme alle compressioni toraciche, finché il piccolo non riacquista i sensi.