I primi mesi di vita del bambino rappresentano per i neogenitori un’assoluta novità: le mamme e papà infatti si trovano ad affrontare situazioni completamente nuove, avendo a che fare con le innumerevoli esigenze del neonato, cercando di interpretare i piccoli segnali che quest’ultimo invia, in totale assenza di autonomia e incapacità di comunicare, provando a mettere in atto tutto ciò di cui ha quotidianamente bisogno.
Dalla difficoltà a prendere sonno alla necessità di essere allattato, passando per i ripetuti cambi del pannolino e le continue crisi di pianto, le giornate dei genitori sono interamente assorbite dalla gestione del figlio, con una trasformazione radicale della propria vita, incentrata unicamente su di esso. Una volta terminato questo periodo, però, quando le grandi difficoltà appena elencate sembrano ormai un ricordo del passato, si entra in una fase se possibile ancor più complicata, ma che indubbiamente regala maggiori soddisfazioni a noi genitori. Un passaggio che gli inglesi chiamano “Terrible Twos”, il cui nome rappresenta al meglio ciò a cui andremo incontro.
Cosa sono i Terrible Twos
Con questo termine si indica la fase dell’infanzia che va dai 18 a 24 mesi di vita. Un momento fondamentale per la crescita e lo sviluppo del bambino durante il quale comincia a prendere consapevolezza del proprio corpo, dell’ambiente e delle persone che lo circondano, iniziando anche a comunicare attraverso le prime parole, i gesti e i comportamenti. Un periodo molto delicato e determinante attraverso cui nostro figlio compie enormi progressi a livello motorio, fisico, psicologico e di interazione.
Essendo in grado di compiere i primi passi, il bambino allargherà infatti sensibilmente il suo raggio di azione, ridotto al minimo nei mesi precedenti, venendo a contatto diretto con ciò che lo circonda, sperimentando la sua capacità di movimento e il proprio corpo, mettendosi anche in situazioni che possono minare la sua sicurezza. Per questo è necessario che il genitore sia sempre in grado di monitorare ogni sua- loro azione, stando molto attento a ciò che toccano, prendono in mano, lanciano o addirittura mordono.
Un momento in cui la curiosità la fa da padrone, portandoli ad esplorare gli spazi nuovi, sia interni che esterni, quando ad esempio usciamo per una passeggiata o per farlo giocare nelle aree a lui riservate.
I cambiamenti a livello relazionale e comunicativo
Anche a livello relazionale e comunicativo osserveremo dei veri e propri passi da gigante: il bambino in questa età comincia a prendere coscienza di se stesso, identificandosi come un soggetto autonomo totalmente slegato da coloro dai quali fino a poco tempo prima dipendeva in maniera assoluta, vale a dire i genitori, in particolare la mamma. Inizierà quindi a voler imporre la propria volontà, comunicata attraverso le poche parole che fanno parte del suo bagaglio linguistico, alle quali si aggiungono i classici capricci, prese di posizioni inscalfibili e i ripetuti “no” praticamente ad ogni richiesta dell’adulto.
Una fase oppositiva che non deve preoccuparci, perché fa parte della sua naturale crescita psicologica, durante la quale si costruisce la sua identità e le sue peculiarità caratteriali. Di conseguenza, anche il suo livello di interazione andrà incontro a profondi cambiamenti: potendo gironzolare “liberamente” sia tra le mura domestiche che all’aperto, il bambino verrà a contatto con situazioni inedite, interagendo con oggetti, luoghi per lui inesplorati, persone, sia della sua età che più grandi, e nuovi alimenti.
I gesti tipici dei Terrible Twos
Lanciare oggetti, rifiutare il cibo, “picchiare” i suoi coetanei ma anche i genitori stessi, sono le azioni tipiche dei Terrible Twos, che illustrano pienamente il suo desiderio di crescere, affermarsi e “piegare” ciò che incontra alla sua volontà e secondo i suoi desideri. Questo però, come sempre, non deve farci allarmare più di tanto, essendo esemplificativo di quanto il suo completo sviluppo sia ancora agli albori, caratterizzato da paure, insicurezze e necessità di fissare alcuni elementi che lo possano far sentire più tranquillo e “padrone” del suo destino.
I cambiamenti tangibili nello sviluppo dei nostri figli, che da lattanti incapaci di porre in essere qualsiasi azione e di comunicare, diventano espressione di vitalità, emozioni e crescita, sono fonte di grande soddisfazione. Questa fase, seppur stancante e impegnativa sotto tutti i punti di vista, regalerà ricordi indelebili, gioie, ma anche “dolori”, dei quali non potremmo mai fare a meno.
Alcuni consigli su come affrontare i Terrible Twos
Mai come in questo periodo la pazienza deve essere infinita. Noi genitori, infatti, saremo ancora più coinvolti nella loro crescita e nel loro desiderio di indipendenza e, per questo, non dobbiamo farci trascinare dall’ansia e dall’insofferenza. Per affrontare i Terrible Twos è importante che il genitore sia comprensivo ma allo stesso tempo capace di comunicare al proprio bambino la sua presenza, indirizzandolo con autorevolezza verso i giusti comportamenti in modo graduale, con chiarezza e continuo sostegno.
Negare ogni cosa al proprio figlio è infatti assolutamente sbagliato: in questo modo, infatti, può nascere il reale rischio che i nostri atteggiamenti vengano interpretati unicamente in maniera negativa, creando un effetto controproducente che può minare il suo sviluppo sia cognitivo che psicologico relazionale.
I bambini hanno la necessità di sfogare tutta la loro esuberanza
Essendo pieni di energia, i bambini hanno la necessità di sfogare tutta la loro esuberanza e noi dobbiamo essere bravi a canalizzarla in attività che da una parte possano “sfinirlo”, concedendoci qualche momento di meritato riposo, e dall’altra che siano istruttive e che arricchiscano il loro bagaglio di esperienze. Anche le classiche crisi, sotto forma di pianti e capricci, vanno gestite al meglio, confortandolo ed evitando assolutamente il “muro contro muro”, accettandole e comunicando loro cosa è giusto e cosa è sbagliato, avendo la facoltà di ascoltarli con empatia e supporto, iniziandoli allo stesso tempo al concetto di regole, senza minacce o punizioni.
In questo senso è importante anticipare le loro mosse, cercando di evitare quelle situazioni che possono scatenare le loro reazioni scomposte, e mettendogli a disposizione spazi e momenti nei quali potersi esprimere liberamente, impostando però un routine quotidiana nella quale il bambino possa abituarsi a determinati momenti della giornata, come i pasti, l’ora del sonnellino pomeridiano e quella in cui andare a dormire.