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Come gestire i capricci dei bambini

Capricci bambini

I capricci dei bambini, specie nei primi anni di vita, sono parte integrante della crescita e dello sviluppo dei nostri figli. Un elemento che rappresenta il primo modo di approcciarsi dell’infante con il mondo circostante, attraverso una comunicazione ridotta e l’esigenza di attirare l’attenzione con i mezzi che ha a disposizione. Per questo motivo, i genitori non devono vivere i capricci come un problema ma bensì cercare di mettersi in connessione con il bambino per comprendere il suo stato emotivo, le ragioni che portano a tali comportamenti e ricercare le misure più coerenti per il superamento di determinate situazioni attraverso correttivi che fungano da motore per la sua formazione caratteriale e cognitiva, e che non siano da ostacolo per la sua completa espressività.

Ascoltare il capriccio e intervenire

La gestione dei capricci deve partire da un concetto fondamentale molto chiaro: dietro a ogni lamentela di un bambino c’è sempre una motivazione e una manifestazione di necessità ritenute da quest’ultimo plausibili e giustificate. Per questo è importante che i genitori siano in grado di ascoltare e decifrare il messaggio che il proprio figlio cerca di esternare, empatizzando con il suo risentimento, capendo le sue sensazioni e la sua frustrazione.
In questo modo, il bambino sente la vicinanza dell’adulto ed è maggiormente predisposto ad accettare le sue decisioni. Spiegare con attenzione le origini del rimprovero, facendolo ragionare su ciò che è giusto e sbagliato, farà crescere intellettualmente nostro figlio, evitando il perdurare di alcuni atteggiamenti sbagliati, creando con lui un rapporto sincero e trasparente.
E’ importante quindi che il genitore non abbia una condotta basata solo sull’imposizione e la negazione, ma che possa riconoscere i meriti del bambino e premiarlo quando lo ritiene necessario. In quest’ottica, l’adulto deve essere consapevole dei no rivolti ai propri figli e limitarsi unicamente a intervenire nei casi in cui effettivamente viene ravvisato un comportamento non consono, adoperandosi nel ricercare la soluzione più idonea e proporzionata per ogni singolo caso, senza esagerazioni o punizioni che non fanno altro che alzare un muro nel rapporto genitore-figlio che a lungo termine può manifestarsi sotto forma di problemi caratteriali e disarmonia con la famiglia.
Quando, però, consideriamo doveroso il rimprovero, bisogna essere decisi nelle nostre scelte, senza mediare con il bambino, che potrebbe “approfittarsene”, continuando nei suoi comportamenti. Al riguardo è necessario saper distinguere il capriccio da un vero e proprio bisogno, capendo il grado di importanza della lamentela, e individuare eventuali “ricatti” propedeutici unicamente all’ottenimento di qualcosa.

Come reagire al capriccio dei bambini

I capricci dei bambini sono spesso collegati a comportamenti, come scatti di rabbia e pianti a dirotto, che possono generare emozioni contrastanti e demoralizzazione da parte del genitore. In questo senso, l’adulto deve capire la condizione del figlio che, in quanto immaturo, non è in grado di manifestare il suo sentimento in modo bilanciato, ma spesso è protagonista di atteggiamenti snervanti che sembrano essere ingestibili. In questi casi, il genitore deve comprendere questi elementi ed evitare una reazione uguale e contraria.
Utilizzare un tono di voce basso, guardando negli occhi nostro figlio, rispondendo ai suoi capricci con pacatezza e allo stesso tempo fermezza, senza ignorarli ma analizzando insieme il problema emerso, ci consente di fare maggiore presa sui bambini, abituandoli in modo naturale all’assunto che non tutto gli è dovuto e concesso, evidenziando i suoi errori e indirizzandolo verso la via corretta.
Il bambino deve avvertire la presenza del genitore non come una figura autoritaria che dall’alto impone le sue scelte in maniera incondizionata e punitiva, ma come una guida sulla quale poter contare e riporre la propria fiducia. Per questo, è fondamentale costruire un rapporto chiaro, considerando solo un numero limitato di regole da seguire, sollecitandolo alla buona condotta con serenità, equilibrio e capacità di evidenziare i giusti comportamenti e le conseguenze benefiche ad essi collegati, così da spronarlo a ripeterli, facendolo maturare in modo efficace.
L’approccio deve quindi essere sempre positivo e orientato al superamento del problema specifico, evitando la creazioni di conflitti e una sua interpretazione dei nostri rimproveri sempre e solo in chiave oppositiva, rischiando di fargli vivere la privazione e il rimprovero come una routine rispetto alle sue lamentele, chiudendosi in se stesso e incamerando emozioni avverse verso il genitore che possono generare anche bassa autostima nel minore, non in grado di provvedere ai propri bisogni in modo autonomo ma dipendendo unicamente da una figura sempre pronta a negarglieli.

Niente allarmismi

Il genitore deve sempre tenere a mente che il proprio figlio è pur sempre un bambino, con tutti i suoi step e le esperienze ancora da percorrere e vivere, e, per questo, è necessario rispondere da adulti per impedire che anche il semplice capriccio possa poi sfociare in qualcosa di più grande. In quest’ottica, bisogna sforzarsi a convivere con tali situazioni, affrontandole in modo bilanciato, senza eccessive preoccupazioni, considerandole come parti integranti del naturale sviluppo del proprio figlio.
I capricci non devono infine essere confusi con problemi di natura psicologica o disturbi caratteriali, ma accettati e superati in armonia con il bambino, mettendolo sempre al centro e senza l’utilizzo di soluzioni sbrigative e di comodo, che fanno solo male alla sua crescita sia a livello cognitivo che per quel che riguarda la sfera psicologica e relazionale.

 

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